Dentro ognuno di noi convivono tutti i tratti caratteriali possibili e immaginabili, anche se spesso non ne siamo coscienti. La cosa interessante di questi tratti caratteriali è che tutti, ma proprio tutti, hanno a cuore il nostro bene, ognuno a suo modo. La conseguenza di ciò è che non esistono tratti caratteriali cattivi. Quello che però accade nel nostro sistema persona è che per adattarci al contesto familiare e sociale operiamo una gerarchia tra questi tratti caratteriali, sistemandone qualcuno in serie A e qualcun altro in serie B. I tratti caratteriali che finiscono in serie B dentro di noi mal sopportano di essere considerati inferiori, per cui scalpitano per cercare di recuperare la dignità perduta e quando riescono a fuoriuscire lo fanno con un’intensità direttamente proporzionale all’intensità con cui sono stati repressi.
L’aspetto più interessante della faccenda è che quello che reprimiamo dentro di noi lo giudichiamo pesantemente negli altri, per cui le nostre battaglie verso l’esterno riflettono ben più grandi e sconosciute battaglie interne. Si potrebbe dire:
”Dimmi chi detesti e ti dirò cosa stai soffocando”.