Prevenire è meglio che curare

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Quanti post abbiamo letto sulla diatriba pro-vax contro no-vax? Tanti. Io per primo ho trattato l’argomento molte (forse troppe) volte. Oggi voglio porre l’accento su un aspetto collegato, mi auguro che le riflessioni sul mio post non partano per la solita tangente finendo per ricadere sull’annosa diatriba pro-vax contro no-vax.

La riflessione è questa: è entrato in vigore il green pass e già stanno divampando le polemiche. I ristoratori cercano di salvare la stagione sistemando chi ha il green pass all’interno e chi non lo ha all’esterno, chi ha il green pass rivendica il diritto di stare all’aperto nella stagione estiva, chi non lo ha rivendica il diritto di avere un tavolo. Per adesso abbiamo la fortuna che la stagione estiva consente ai ristoratori di avere dei tavoli all’aperto. Dobbiamo però seriamente prepararci per la stagione invernale, perché se non cambia lo scenario i ristoratori saranno costretti dalle normative vigenti a non far entrare nel loro locale chi non ha il green pass.

Non è difficile immaginare che si possano verificare due tipologie pericolose di interazione:

  1. ristoratore che caccia a malo modo dal suo locale chi non ha il green pass;
  2. non titolare di green pass che pretende di entrare con la forza nel locale dove ha mangiato per anni.

E’ evidente che per gestire situazioni così delicate occorra essere preparati. Chi controllerà i green pass? Che competenze avrà? Uno studio anni fa rivelò che dare una divisa a una persona non preparata rischia di mandarlo al massacro o di trasformarlo in uno sceriffo. Occorrerebbe un supporto adeguato per preparare tali persone al difficile autunno che sta per arrivare. Sono stati coinvolti al riguardo psicologi, sociologi, coach, counselor? Temo che non si stia facendo niente al riguardo. Temo inoltre che non appena si verificherà qualche episodio increscioso si obbligheranno i ristoratori a sostenere il costo di un buttafuori che naturalmente dovrà avere una certificazione del Ministero che attesti il possesso di determinate competenze. Temo sarà l’ennesimo aggravio di costi per l’azienda e esploderà il business delle certificazioni dei buttafuori. Quanto vorrei sbagliarmi!!!

 

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C’è una fiammella di luce dentro ognuno di noi che brilla. E’ nostra responsabilità trovarla ed alimentarla: nessuno al mondo verrà mai a cercarla, semplicemente perché nessuno al di fuori di noi ne conosce l’esistenza. La nostra fiammella è unica ed inimitabile e quando la facciamo brillare diamo un senso profondo alla nostra esistenza e creiamo le condizioni affinchè anche altre fiammelle attorno a noi brillino. Amo mettere le mie competenze al servizio di chi sceglie di valorizzare la sua fiammella e di mostrare al mondo la sua luce.

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