Il tempo che passa cambia i punti di vista

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Quando avevo vent’anni lottavo strenuamente per difendere le mie idee. Cercavo ardentemente di dimostrare coi fatti la veridicità di molte mie opinioni.

Col tempo e con tanta introspezione ho imparato che è proficuo discutere solo con chi è capace di dubitare delle proprie idee. Con chi è convinto/a di essere l’Oracolo di Delfi e parla solo attraverso sentenze non è per me sano argomentare, dimostrare, spiegare; d’altronde le aule giudiziarie insegnano questo: il dibattimento è utile solo fino a quando non viene emessa una sentenza, quando c’è già la sentenza parlare è inutile.

Ho imparato ad ascoltare il mio corpo: il mio corpo mi fa sapere immediatamente quando è il caso di parlare e quando è il caso di tacere. Sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda del mio corpo mi aiuta a individuare i contesti che hanno lunghezze d’onda diverse dalla mia: in quei contesti capita che qualunque cosa io dica, faccia o addirittura pensi genera attriti, risentimenti, discussioni; non è colpa di nessuno, la verità è solo che sono in un contesto che ha una lunghezza d’onda diversa, dalla quale è meglio togliermi il prima possibile, prima che arrivi la goccia che fa traboccare il vaso (stratagemma che l’Universo è costretto a inviarci per farci togliere da dove da un pezzo non dovremmo più essere).

Imparare a non rispondere a chi con assoluta certezza sentenzia come dovrei vestirmi, come dovrei portare i capelli, che hobby dovrei avere, etc è un esercizio meraviglioso di tutela e rispetto di me stesso. Diventa un esercizio quasi obbligatorio per me quando capita che io commetta un errore: in quei casi quando sono nei contesti sbagliati gli interlocutori si trasformano immediatamente in depositari assoluti di verità, che sfornano nella migliore delle ipotesi consigli da seguire, nella peggiore delle ipotesi ordini da eseguire. E’ inutile provare a far capire che del mio errore (che io ho già analizzato profondamente da solo) queste persone sappiano solo l’1% del tutto, è una battaglia persa in partenza. Meglio tacere e allontanarmi. Ci guadagno in salute.

 

Il secondo passo di questo percorso di crescita personale e spirituale è andare a ricercare i contesti che risuonano sulla mia stessa lunghezza d’onda. Quando li trovo me li godo, ma sto bene attento a non divulgare l’informazione: impossibile che tutti possano comprendere che si può trovare la stessa lunghezza d’onda negli occhi del mio cane, in un tramonto sul mare, in una nuotata solitaria. In questi casi aprire bocca equivale a farmi dare del pazzo.

Quando trovo la mia stessa lunghezza d’onda la sensazione è così bella che vivo esperienze che vorrei non finissero mai. A volte, ma più raramente, questo capita con alcune persone: le guardo negli occhi e ci capiamo al volo, tutto fluisce alla meraviglia senza nessun fraintendimento, sembra che ci conosciamo da una vita. Con queste persone posso permettermi un dialogo diverso, un dialogo d’anima, posso essere me stesso, posso perfino commettere errori.

La cosa bella è che queste persone le riconosco anche solo da uno scambio di occhiate. Per riconoscere lo scambio di occhiate mi serve meno di un secondo, per essere in grado di fare ciò mi è servito l’allenamento di una vita. Ma che bel viaggio!

Le istruzioni per vivere queste esperienze sono allo stesso tempo semplici e difficili: occorre decifrare i messaggi del nostro corpo (per far ciò è indispensabile allenarsi ad ascoltarlo) e occorre riconoscere le lunghezze d’onda altrui (per far ciò bisogna allenarsi ad ascoltare gli altri, impresa quasi titanica di questi tempi).

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno capito profondamente la mia essenza: vi ricordo tutti/e, mi avete regalato e mi regalate frammenti di felicità.

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C’è una fiammella di luce dentro ognuno di noi che brilla. E’ nostra responsabilità trovarla ed alimentarla: nessuno al mondo verrà mai a cercarla, semplicemente perché nessuno al di fuori di noi ne conosce l’esistenza. La nostra fiammella è unica ed inimitabile e quando la facciamo brillare diamo un senso profondo alla nostra esistenza e creiamo le condizioni affinchè anche altre fiammelle attorno a noi brillino. Amo mettere le mie competenze al servizio di chi sceglie di valorizzare la sua fiammella e di mostrare al mondo la sua luce.

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