La bellezza dello sport è che quando si affrontano Davide e Golia può capitare che vinca Davide; non capita sempre, ma quando capita si tratta di vittorie epiche (gli scudetti di Cagliari e Verona, il trionfo del Leicester, etc.)
Le poche vittorie di Davide nelle tante sfide tra Davide e Golia hanno una duplice funzione: consentono a ogni Davide che pratichi sport di sperare di poter battere un giorno Golia e circondano di tanto pathos le battaglie stellari tra i pochi Golia in circolazione.
In altre parole: il fascino delle poche sfide tra i vari Golia dipende anche dalla presenza di tanti Davide: se nello sport elimini i Davide le sfide tra i vari Golia perdono molto appeal.
Nel calcio sta per nascere una Superlega; il concetto è semplice: i club più ricchi al mondo si sono stufati di giocare con quelli più poveri e hanno deciso di farsi un campionato per conto loro. Ogni bambino che gioca a pallone sogna di diventare un giorno un campione. Ogni tifoso di una squadra piccola sogna di vedere un giorno nella vita i propri colori trionfare. Questo alimenta il fascino dello sport. Con iniziative di questo tipo si privano gli sportivi perfino del sogno, sacrificato sull’altare del dio denaro. Pochi club hanno deciso di spartirsi tra loro una torta di miliardi di euro davvero invitante e non hanno nessuna voglia di lasciare qualche fetta rilevante a piccoli soggetti, ai quali al massimo si possono concedere le briciole. È un’iniziativa deprecabile dal punto di vista morale, perché evidenzia una mentalità volta ad accentuare, anziché ridurre, il divario tra ricchi e poveri. Ma prescindendo da considerazioni di carattere morale è anche un’iniziativa poco lungimirante che si ritorcerà come un boomerang contro chi la sta proponendo: lo sport è sogno, passione, adrenalina, sentimento, non solo denaro. Se lo si trasforma in un giocattolo dove conta solo il denaro spariranno i tanti Davide, ma il pathos che circonderà le sfide tra i pochi Golia sarà sempre minore e alla fine il giocattolo si romperà, non più sorretto dalla passione della base e dalla potenza del sogno. Mi correggo, credo che il giocattolo si sia già rotto da un pezzo. Abbiamo solo una possibilità per aggiustarlo: ripartire dalla base. Occorre però che ognuno dia il suo contributo. Io personalmente darò il mio rifiutandomi di pagare un solo euro per vedere in televisione una qualsiasi di queste partite tra giganti. Si giochino il loro campionato, se nessuno lo guarderà saranno presto costretti a tornare a capo chino all’ovile. Temo però che farò parte di una minoranza.