Ormai siamo bersagliati dalla mattina alla sera: non passa giorno in cui non ci vengano proposti nuovi gestori telefonici, nuovi operatori di luce, nuovi fornitori di gas, etc. I manuali di microeconomia descrivono il consumatore come un soggetto razionale che sceglie quali acquisti effettuare, ma siamo tutti ben consci che i nostri acquisti di razionale hanno ben poco. Difendersi da un’offerta di stimoli progressivamente più ampia è un’impresa sempre più ardua. Ma il consumatore ha ancora un fortino sicuro in cui rifugiarsi: le otto ore di sonno.
Durante le otto ore di sonno nessuno può convincerci a comprare alcunché, e questo deve essere alquanto irritante per le varie multinazionali. Come si permette questo essere insignificante chiamato consumatore di farsi gli affari propri per addirittura otto ore al giorno? Si può concedere a un tale soggetto di passare addirittura un terzo della giornata libero? Non sia mai!!!
Occorre correre ai ripari. Parte così la campagna che vorrebbe convincerci che sia sufficiente dormire tre ore a notte. Ad avallare questa tesi assai opinabile fioccano gli esempi di persone di successo che dormono pochissimo (naturalmente le persone di successo che dormono le otto ore canoniche non vengono minimamente citate). Se riuscissero a convincerci che possiamo dormire solo tre ore potremmo ricevere stimoli per cinque ore in più al giorno.
Cerchiamo di difendere il nostro fortino, stando bene all’erta. Oddio, ma se stiamo all’erta dobbiamo essere svegli, e allora il fortino del sonno non lo difendiamo… E adesso come la mettiamo? Non so rispondere. Facciamo una cosa: dormiamoci su…